Storia del Comune

In una posizione ideale fra la montagna e il mare sorge il paese di Sant'Alfio. Si adagia su una collina che si innalza dallo Jonio verso l'Etna attraversando incantevoli paesagi e rarità botaniche.I suo territorio si estende dai 400 ai 3300 metri sul livello del mare, offrendo al visitatore, nello spazio di pochi chilometri, i pittoreschi scenari della macchia mediterranea e del deserto lavico.  
Le origini del paese risalgono alla fine del 1600, allorchè alcuni proprietari acesi e catanesi ottennero dal Vescovo di Catania la concessione in enfiteusi di notevoli appezzamenti di terreno sul versante sud-orientale dell'Etna, nel territorio di Mascali, costruendo i primi caseggiati rurali. Risale, invece, agli inizi del secolo successivo la costruzione del centro storico sorto attorno all'attuale Chiesa Madre (dalla facciata in pietra lavica).
Nel 1815 Giarre si staccò da Mascali portando con sè la borgata di Sant'Alfio, che costituiva una delle sette torri della contea di Mascali. Soltanto nel 1923  (Decreto nel 1925), Sant'Alfio divenne Comune autonomo comprendendo anche i Borghi di Milo e Fornazzo, che a loro volta divennero un unico Comune autonomo nel 1955. Sin dall'origine il Paese conobbe periodi di grande splendore grazie sopratutto alla produzione del vino, che ne fece in breve tempo uno dei maggiori paesi produttori ed esportatori dell'area Etnea. Non a caso Sant'Alfio è conosciuto anche come "Città del Vino" per i pittoreschi vigneti che circondano il suo territorio. 
L'origine del nome del Paese è legato ad un'unica tradizione religiosa: tre fratelli Alfio, Filadelfo e Cirino, di nobile famiglia spagnola, furono deportati in Sicilia, intorno al 253 d.C., e qui martirizzati per le proprie idee religiose legate al Cristianesimo. 
Secondo la tradizione, i tre Santi Fratelli nel loro viaggio da Taormina verso Trecastagni, attraversarono il luogo dove oggi sorge Sant'Alfio. Avvenne qui il "Miracolo della Trave": un vento impetuoso si scatenò all'improvviso liberando i tre fratelli dal peso enorme della trave di cui erano stati barbaramente caricati per rendere più faticoso il loro cammino. Sant'Alfio mantiene quasi inalterato il Centro Storico: si può ancora passeggiare attraverso le antiche stradine nelle quali si trovano gli edifici più importanti e godere del magnifico panorama da Piazza Duomo: ad Est della Costa Jonica da Taormina  fino al Golfo di Augusta, ad Ovest della Chiesa Madre, intitolata ai tre fratelli Martiri.
La facciata della Chiesa Madre è caratterizzata dalla pietra lavica grezza e sormontata da un campanile. Al suo interno conserva gli altari in marmo arricchiti da preziose pale, tra cui quella raffigurante i tre Santi Patroni ed un organo monumentale di grande pregio artistico. Altro importante monumento è rappresentato dalla Chiesa del Calvario della fine dell''800, che si erge alla sommità di una collina di grande interesse paesaggistico. Vi  si accede attraverso una imponente scalinata in pietra lavica ed all'interno presenta una serie di altari in legno, testimonianza dell'arte raffinata degli artigiani del tempo. Nella frazione di Nucifori si innalza la piccola Chiesa di Nucifori nella quale è concervato un busto della Madonna del Tindari, alla quale gli abitanti sono particolarmente devoti. La Chiesa di Magazzeni, situata a circa 6 chilometri dal centro abitato, fu costruita nel 1958 in prossimità del luogo in cui, trent'anni prima, una imponente colata lavica che stava per investire Sant'Alfio si fermò davanti alle reliquie dei Santi portate in processione (3 novembre 1928). 
Poco distante dal centro abitato, lungo la provinciale che conduce a Linguaglossa, è possibile ammirare il famoso Castagno dei Cento Cavalli nella sua maestosità, uno dei più belli paesagi naturali del territorio di Sant'Alfio. Per la sua età, stimata tra i 2000 e i 4000 anni, è considerato l'albero più antico e più grande d'Europa. La sua fitta e rigogliosa chioma ha ispirato la leggenda secondo cui durante un forte temporale la regina Giovanna d'Aragona e il suo seguito di 100 cavalieri trovarono riparo sotto l'enorme castagno. Cantato e descritto da numerosi viaggiatori e studiosi del '700 e dell'800, l'albero è oggi meta agognata di visitatori provenienti da tutto il mondo, oltre che di botanici per i quali costituisce un interesse oggetto di studio. Famoso è inoltre il dipinto che lo rappresenta di J.Houel, attualmente conservato nel museo dell'Hermitage" di San Pietroburgo in Russia.Il 18 maggio 2008 il Castagno dei Cento Cavalli è stato riconosciuto "MONUMENTO MESSAGGERO DI UNA CULTURA DI PACE NEL MONDO" dall'U.N.E.S.C.O.


Oltre alla visita del Centro Storico, dove è presente inoltre un mulino, le cui origini risalgono al 1800 e risulta unico mulino attivo per la zona jonica-etna, sono diversi gli itinerari naturalistici e paesaggistici da percorrere e scoprire all'interno del Parco dell'Etna, tra questi: La grotta dei Ladri, a 1540 metri di altezza in località Piano delle Donne, il Rifugio Citelli, i Monti Sartorius, la Betulla bianca dell'Etna (betula Aetnensis), pianta tipicamente nordica e presente a questa latitudine in seguito ad una remota glaciazione, il bosco della Cerritta nei pressi della colata lavica del 1865 e la Colata lavica del 1928 ed i crateri da cui la lava scaturì.

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